Come evitare l’abbandono dello sport nei giovani

Ogni anno tanti anzi troppi giovani abbandonano l’attività sportiva, questo fenomeno viene chiamato Drop-out che significa letteralmente “cadere fuori” o “ritirarsi”.

Questo fenomeno coinvolge circa il 20% dei maschi e il 40% tra i 15 e i 17 anni e si manifesta solitamente a causa di un forte calo motivazionale dovuto a molteplici fattori tra i quali, a mio parere, quelli più evidenti sono le scarse possibilità di successo, il disaccordo con gli allenatori o la società, la diminuzione della fiducia nelle proprie capacità e il ruolo dei genitori che incidono sul modo in cui i ragazzi interpretano le esperienze sportive e non.
Proprio in questi ultimi non è raro incontrare atteggiamenti che esortano i figli non tanto a fare del proprio meglio ma soprattutto a fare meglio degli altri.

Gli allenatori hanno un ruolo attivo nel coinvolgimento motivazionale dei propri atleti e molto dipende da come interpretano questo ruolo e da come interagiscono con i propri allievi.

E’ il ruolo del dirigente sportivo che, purtroppo, viene sottovalutato e al quale viene data poca importanza come viene data poca importanza agli atleti ormai adulti che dovrebbero essere chiamati, proprio dai dirigenti sportivi, a contribuire alla crescita delle nuove leve forti del fatto che hanno superato quella fase nella quale molti abbandonano.

Il dirigente sportivo dovrebbe dare molta importanza alla comunicazione che deve essere chiara, diretta, positiva ed in grado di creare un clima sereno e dovrebbe vigilare sull’attività dei tecnici i quali possono e devono sostenere le motivazioni degli atleti attraverso il dialogo.

Deve chiarire molto bene con gli adulti di riferimento (tecnici, genitori, gli altri dirigenti) un percorso condiviso e gli obiettivi da raggiungere, creare un clima positivo nello spogliatoio, far capire che in famiglia servono più lodi che critiche ai ragazzi, deve far capire che occorre dare meno importanza al risultato valorizzando invece l’impegno nella prestazione, tenere d’occhio i tecnici soprattutto relativamente agli aspetti educativi (non certo quelli tecnici nei quali non deve interferire) ma soprattutto deve interagire con i genitori che devono diventare una risorsa per la società collaborando ed essendo partecipi senza intromettersi e senza affrontare gli argomenti tecnico-tattici che non sono di loro competenza.

E’ fondamentale organizzare spesso incontri con i ragazzi e i loro genitori, con i tecnici, con gli altri dirigenti per capire se esistono e come affrontare eventuali disagi o problematiche per trovarne una soluzione ma soprattutto è fondamentale ascoltare i ragazzi, specie quelli che hanno una certa esperienza perchè “ci sono passati”, è fondamentale avere un rappresentante degli atleti che dialoghi con il dirigente sportivo e con la società e porti il punto di vista dei ragazzi che molto non viene preso in considerazione.

Considerando che lo sport ha un ruolo educativo e sociale determinante, occorre che le società sportive, soprattutto quelle dilettantistiche che più hanno impatto sul territorio, si adoperino affinchè tutti capiscano che lo sport è una risorsa fondamentale per la comunità ed è uno strumento educativo indispensabile per i giovani perchè insegna regole e comportamenti corretti.

E’ la struttura societaria, nei suoi vertici, che deve organizzarsi affinchè i ragazzi che gli vengono affidati non abbandonino perchè non vengono soddisfatti i bisogni che li avevano inizialmente spinti ad intraprendere questa attività e come farlo se non analizzando ed intervenendo sulle cause specifiche comuni a molti casi di abbandono:

  • lo studio che con il passare degli anni richiede sempre più tempo
  • carenza di momenti di divertimento
  • poco tempo libero a causa degli allenamenti e degli impegni agonistici
  • difficoltà legate alla socializzazione
  • il rapporto con gli allenatori a volte poco attenti alle relazioni interpersonali e a volte troppo esigenti
  • la fatica fisica
  • l’ansia da competizione (come dicevo prima bisogna insegnare a fare del proprio meglio non a fare meglio degli altri)
  • gli scarsi risultati
  • le strutture sportive troppo lontane
  • i costi troppo alti
  • i genitori troppo esigenti


Occorre che le Società, nei loro vertici, si rendano conto che le idee che hanno gli adulti e il loro modo di concepire il divertimento e lo sport sono totalmente differenti rispetto a quelli che hanno i giovani, provare a scendere al loro livello cercando non solo di lavorare per loro ma anche lavorando con loro potrebbe essere un inizio per trovare una soluzione.

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